LA RAGIONE DI GIANO

15.00

C´era una volta l´eterna domanda: “Qual è la Causa Prima?”. Ma la domanda, di nascosto, era anche interessata, perché a seconda di com´è ci regoliamo. Non lo vogliamo ammettere, ma nelle catacombe del nostro pensiero di moderni, quel dubbio ci agita ancora. Eccome! Ma con parole diverse.

Perché non c´è il mondo, e perché ci siamo noi, e che cosa veramente si deve fare? Si risponde – è una moda – che sono quesiti privi di senso. Ma non ci convince.

Però, un momento. La causa delle cose? Le cause, semmai, perché una sola non ce la fa: avrebbe tutte le altre contro. Infatti questo è l´Universo della forza, Forse non sarà l´unico, ma questo mondo è così.

Perciò il mare dell´Umanità è tempestoso, e agitato dalla natura stessa di questo essere che si proclama razionale, e che invece è indeterminato, illimitato; vuole tutto e il suo contrario, come Giano. Ma non è tutta colpa sua, anche perché i valori morali e spirituali (quel che si deve fare veramente forse) sono tutti belli, ma parziali, e tutti in reciproca contraddizione: l´uno esclude l´altro e lo combatte aspramente.

Che cosa fare, allora, dei valori che configgono? Ne prendiamo due insieme, belli e opposti. Ma così eccoci ambigui.

Oppure uno solo, fino in fondo, ma allora saremo estremi, e anche spietati. Bando ai valori, quindi, solo interessi. Così però si reprime l´altra metà dell´uomo – ancora, Giano – e non ne viene fuori granché.

Allora, beninteso di nascosto nelle catacombe, accade di rivolgersi alla Divinità creatrice per farci capire, per aiutarci. Quindi sarebbe il Dio d´amore; ma che succede se invece lo scriviamo con le maiuscole ricambiate, così: dio d´Amore?
Ne viene fuori una religione à la carte, perché delle Fede “questo mi piace, lo comprendo, lo prendo; ma quest´altro è impossibile, non lo voglio”. Tutto in assoluta buona fede. Bisogna quindi, per i nostri tempi, cercare una fede che si incontri con la ragione: una ragione religiosa e una religione ragionevole.

Ma Giano si riaffaccia ancora, perché cosa succede se la ragione stessa è duplice? Si svolge perciò un dialogo continuo del Bifronte, che impegna a fondo, forse senza fine. L´arcaica divinità latina simboleggiava l´ambiguità dell´essere; nel mondo di oggi, che pare ormai rinunciare alle certezze, Giano può deificare il Dubbio, ma vale anche come provocazione, come preghiera silenziosa – che è lo stesso – alla Verità affinché si manifesti a tutti con le parole del nostro tempo.

Pensiero dubbioso, indagatore, e spirito ascetico, distinti e uniti si escludono e si richiamano. Giano è sempre tra noi.

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Informazioni aggiuntive

Autore

Fausto Brunetti

Pagine

208

ISBN

9788864021041

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